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Concimazione: come nutrire correttamente il terreno

Volendo proporre una definizione tecnica, la concimazione è una pratica, sia agricola che botanica, che, mediante l’utilizzo di fertilizzanti, incrementa la dotazione di uno o più elementi presenti nel terreno al fine aumentare l’apporto nutritivo minerale delle piante. In altre parole, serve per mantenere in un buono stato di salute il suolo e al tempo stesso consentirgli di alimentare correttamente e continuativamente ogni genera di pianta che in esso affonda le sue radici.

In buona sostanza, quindi, la finalità della concimazione è quella di soddisfare il fabbisogno nutritivo del terreno, perché questo nel tempo tende a perdere molti dei nutrienti che ne caratterizzano la fertilità. Ma cosa occorre fare per effettuare una corretta concimazione? E in quali periodi dell’anno? E come scegliere il prodotto più adatto al nostro terreno? Proviamo a rispondere ad ognuna di queste domande.

 

Concimazione: i 3 principi fondamentali

Il terreno deve essere considerato come una macchina o, se preferiamo, come il corpo umano: è composto anch’esso da diversi “apparati” ognuno che necessita dell’apporto di elementi diversi per poter espletare al meglio la sua funzione. Come per il corpo umano, anche per il suolo la finalità ultima è mantenersi sempre in vita e in buona salute e per garantire che rimanga florido e prospero occorre seguire 3 principi fondamentali:

1) Apporto di sostanza organica

Il suolo è composto da materia organica e, pertanto, è vivo. Per fornirgli l’apporto organico più indicato per quantità e tipologia, è necessario conoscere la natura del terreno. Questo, infatti, può essere argilloso, sabbioso, o ancora limoso o calcareo. Ogni conformazione richiede un diverso trattamento e diversi concimi. Più in generale si può affermare che il letame e il materiale compostato sono i principali ingredienti di una concimazione organica. A questi si aggiungono il fieno, la corteccia o l’erba. Tutti questi elementi contribuiscono a ricostruire l’humus del terreno che, nel tempo, in buona parte si trasforma in suolo tramite il fenomeno della mineralizzazione.

2) Stimolazione delle radici

La concimazione del terreno ha impatto anche sullo sviluppo delle radici delle piante che ospita. Un terreno ricco di sostanze e in salute stimola le piante ad espandere le proprie radici alla ricerca dei principi nutritivi, permettendo una crescita sana e continua. Al contrario, in assenza di stimoli, le radici non esploreranno il sottosuolo, riducendo di molto il loro stesso accesso ad acqua e nutrienti, con il conseguente rischio di vedere rallentata o, peggio ancora, interrotta la propria crescita.

3) Apporto di elementi nutritivi

Ovviamente la concimazione non può non tenere conto degli elementi nutritivi che le piante assorbono proprio dal terreno. Elementi quali azoto, fondamentale tanto per gli esseri viventi quanto per le piante; fosforo, utile per il trasferimento di energia nelle cellule; potassio, che riduce la traspirazione e aumenta la resistenza generale della pianta; calcio, che favorisce l’attività microbica, l’umidificazione e la mineralizzazione del suolo. Ma anche magnesio, componente della clorofilla e quindi fondamentale per la fotosintesi; zolfo, per l’effetto fungicida e acidificante del terreno.

Se uno di questi tre principi viene trascurato o, peggio ancora, non viene rispettato, l’intera sistema del terreno ne risentirà e, di conseguenza, anche le piante si indeboliranno gradualmente, divenendo più vulnerabili a malattie e attacchi di insetti e parassiti.

 

Concimazione: quale tipologia scegliere?

I concimi in commercio sono diversi. Le tipologie più diffuse sono granulare, liquido, e idrosolubile. Se ti stai chiedendo in base a cosa preferire uno o l’altro, la risposta più immediata è in base alla tipologia del terreno e al periodo di concimazione. Questi due fattori sono imprescindibili nella scelta della tipologia di concime da utilizzare.

Al netto di questo, possiamo dire che ogni tipologia presenta i suoi vantaggi, ma anche qualche criticità da tenere presente. I concimi granulari, ad esempio, sono consigliabili perché sono facili da applicare, hanno un rilascio graduale degli elementi nutritivi ed è più facile distribuirli in maniera uniforme sulla superficie interessata. Al tempo stesso, però, presentano un maggior rischio di lisciviazione e di immobilizzazione e un’efficienza non totale (compresa tra il 30% e il 70%) sul volume distribuito.

I concimi idrosolubili – ovvero quelli che si applicano mediante fertirrigazione – invece, permettono l’applicazione localizzata sulle foglie o sul terreno, hanno un miglior frazionamento dei nutrienti e non richiedendo lavorazioni particolarmente impattanti. In più si dosano facilmente e permettono interventi rapidi in caso di carenze nutrizionali. Tuttavia, i concimi idrosolubili necessitano di un impianto di irrigazione specifico o di una irroratrice fogliare (e delle competenze tecniche per padroneggiarle).

Infine i concimi liquidi, dove gli elementi nutritivi sono disciolti in acqua e vengono somministrati come irrigazione. Il concime liquido è una soluzione particolarmente indicata per nutrire la pianta in momenti specifici, come la fioritura e la formazione dei frutti. Ha diversi pregi, tra cui il rapido assorbimento, non richiedere preparazioni elaborate prima dell’utilizzo in quanto penetra da solo nella terra, è pratico perché si può conservare in casa in una bottiglia chiusa ermeticamente, ed è facile da dosare.  Di contro è una soluzione valida più che altro per interventi mirati e di breve periodo e, in ottica di coltivazione biologica, non può sostituire una buona concimazione di fondo.

 

Concimazione: quando farla

In linea di massima, la stagione della concimazione – soprattutto per un giardino – coincide con la primavera, ossia nel periodo definito della “ripresa vegetativa”. È nei mesi di marzo e aprile, infatti, che si inizia a concimare le piante da fiore (sia quelle in vaso che in piena terra), gli arbusti, gli alberi, ma anche il manto erboso.

L’operazione di concimazione, va detto, richiede una certa regolarità e si protrae anche fino ad ottobre. Dopodiché la frequenza d’intervento viene notevolmente ridotta, mantenendo solo qualche integrazione periodica (ad eccezione delle piante tenute in appartamento, che possono richiedere una concimazione più intensa).

 

In conclusione

La concimazione, come ogni operazione necessaria per mantenere alto lo stato di salute del nostro prato, delle nostre piante, e più in generale del nostro giardino, richiede una certa conoscenza di numerosi fattori, che ripetiamo: conformazione del suolo, clima dell’area geografica di riferimento, tipologia delle piante, peculiarità dei concimi. Per padroneggiarli a dovere è necessario fare esperienza e, per questa, serve tempo. Inoltre è bene imparare a leggere l’etichetta, perché la qualità dell’elemento usato dall’azienda produttrice è ben più importante della quantità. Capita spesso, infatti, che nei contenitori vengano aggiunti materiali inerti allo scopo di aumentare il peso ma privi di sostanza, senza cioè gli elementi nutritivi necessari. Il nostro consiglio, sia che si conosca bene ogni aspetto sia che si concimi per la prima volta, è quello di confrontarsi sempre con professionisti del settore. Il personale Florplant è sempre a tua disposizione, per consigliarti la soluzione migliore per te e il tuo giardino.

Fonte: vivaiflorplant.it

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