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Limone, come coltivarlo in giardino e in vaso

Tra tutti gli agrumi (famiglia Rutacee), considerati preziosi frutti d’oro dell’inverno, il limone (Citrus × limon) è uno di quelli la cui coltivazione è possibile anche in vaso, contribuendo a portare una ventata di Mediterraneo anche nel Nord Italia. Il profumo dei fiori di limone, unito a quello dei suoi frutti, regala un tocco di estate anche nei mesi più freddi e grigi dell’anno.

La coltivazione del limone non è tra le più facili, ma seguendo con attenzione i consigli è possibile avere successo ovunque.

La pianta del limone

Albero alto fino a 5-6 m e largo fino a 4 m, con lunghi rami irregolari e brevi spine forti e rigide, a portamento aperto, incurvati verso il basso i rami a frutto e verso l’alto quelli a legno. Radici a fittone, in profondità.

Foglie coriacee, verde pallido, alterne; persistenti, durano 2 periodi vegetativi.

Fiori (“zagare”) profumatissimi, bianchi sfumati di rosso porpora con 5 petali, isolati o accoppiati in mazzetti, grandi, all’ascella delle foglie; specie rifiorente, porta insieme fiori e frutti in diversi stadi di maturazione. Impollinazione entomofila; autofertile (anche autogamico). Vita massima 50 anni.

Frutto: bacca chiamata “esperidio”. Dalla stessa pianta si possono raccogliere frutti da sfusati a sferici con tutti i passaggi intermedi, con umbone o senza, a buccia sottile o spessa, apireni, con semi asciutti o ricchi di semi, con succo molto acido, isolati o a grappoli. Entrata in produzione dopo 4-5 anni.

Per acquistare una pianta di limone

Non acquistate le piante di limone dai camioncini carichi di ortaggi e piante mediterranee da vendere a bordo strada: se non hanno la regolare licenza di vendita, contribuireste a finanziare la criminalità.

All’acquisto accertatevi sempre che tra il fogliame non vi siano ragnatele sottili, dovute al ragnetto rosso, né cocciniglie attaccate ai rami.

Dove mettere la pianta di limone

Nel Nord sopravvive nella zona dei grandi laghi se coltivato in vaso e protetto in inverno, o nell’apposita serra, chiamata “aranciera” o “limonera”,dotata di vetri mobili che vengono tolti durante la bella stagione, o in una stanza fresca (fra 8 e 12 °C) e luminosa. Resiste fino a 4-6 °C sopra lo zero, sempre che la terra sia ben asciutta.

Se vive in piena terra (solo nelle zone a clima mite), controllate e rinforzate i dispositivi frangivento in vista dell’inverno, visto che non tollera l’aria gelida di tramontana.

Nelle zone meno miti, per es. del Centro Italia, può resistere all’esterno se posizionato in pieno sole, addossato a un muro esposto a sud e riparato dal vento. Tenete a portata di mano, nell’eventualità, un telo di plastica pesante con cui avvolgerlo in caso di abbassamenti termici.

Le basse temperature inducono subito la caduta delle foglie; se perdurano portano anche a un disseccamento degli apici dei rametti, soprattutto quelli più deboli che più facilmente portano i frutti: in primavera saranno i primi da potare.

Come coltivare il limone

  • Esposizione: ben soleggiata.
  • Temperatura: fra +4 (con terra asciutta) e +40 °C, a –6 °C viene gravemente danneggiato tanto da non sopravvivere. Aborre il vento, soprattutto salmastro.
  • Precauzioni invernali/estive: può vivere in piena terra da Roma in giù e lungo tutta la costa tirrenica; in vaso nel resto d’Italia. In inverno in Val Padana proteggere il vaso in serra fredda o con avvolgimenti plastici; sulle Alpi spostare in una stanza fresca e luminosa. Non fatelo svernare in un luogo riscaldato.
  • Vaso: ø min. 32 cm per pianta alta 70 cm, ideale ø 80 x h 80 cm per pianta alta 1,80 m; in terracotta. Scegliete un vaso più profondo che largo.
  • Terra: terreno profondo e fertile, sopporta il calcare (<30%) e l’argilla (<35%); non ama suoli salmastri. Distanza: almeno 4 m da altri alberi e manufatti. In vaso ponete un terriccio specifico per agrumi in vaso, oppure una parte di terra da giardino, una parte di sabbia e mezza parte di argilla, e buon drenaggio sul fondo del vaso.
  • Acqua: regolare e abbondante nel primo anno; indispensabile per la fruttificazione da maggio a settembre; 30 l/pianta ogni 7-10 giorni, su terra asciutta. In vaso annaffiare regolarmente in primavera-estate per evitare afidi, ragnetto rosso, cocciniglie e fumaggine. In prefioritura ridurre la quantità idrica (vedi Nota). Non gradisce l’acqua salmastra.
  • Concime: all’impianto 4 kg/pianta di letame maturo o 400 g di stallatico secco, dosi dimezzate ogni anno in novembre e subito dopo la fioritura primaverile; in febbraio, maggio, luglio, settembre, concime granulare specifico per agrumi o lupini macinati, dose in etichetta; oppure sostanza organica azotata (es. guano) 300 g, perfosfato minerale 600 g, solfato potassico 500 g in marzo e giugno.
  • Potatura: limitare al minimo quella di formazione che ritarda l’entrata in produzione. Di rimonda ogni anno in inverno. Di produzione o riforma ogni anno in aprile-maggio, eliminando i rami più vecchi che non fioriscono più, arieggiando l’interno della chioma, tagliando l’eccesso di germogli verticali e preservando i rametti esili e incurvati verso il basso che fruttificheranno. Guardate subito il nostro video sulla potatura del limone.
  • Riproduzione: per seme (pianta selvatica, da innestare, vigorosa). Per innesto a occhio a gemma dormiente, in agosto-settembre.
  • Varietà consigliate: Arancino, Femminello o Florentina, Interdonato, Lunario o Limone delle Quattro Stagioni o Palermitano, Monachello. Tra quelle dilimoni ornamentali da vaso: Amalfitano (Femminello Sfusato Amalfitano), Canaliculata o Incannellato, Corniculata, Digitata, Femminello Zagara bianca, Foliis Variegatis o a Foglie Variegate, Foliis Variegatis Sanguineum o a Foglie Variegate a Polpa Rossa, Lunario, Peretta o a Pera, Ritorta, Salicifolia o a Foglia di Salice.
  • Portainnesto: Alemow (Citrus macrophylla), tutti i tipi di terreno, sensibile al gelo, resistente a Phytophtora, sensibile a mal secco e tristeza, produzione abbondante, frutti grossi di media qualità; Citrange (Citrus sinensis Poncirus trifoliata) Troyer, tutti i tipi di terreno, anche molto calcarei, vuole acqua di buona qualità, tollera gelate moderate, resiste a Phytophtora e mal secco, tollera tristeza e nematodi, produzione abbondante, frutti grandi di eccellente qualità.
  • Riproduzione, innesti: per seme (dà solo piante selvatiche). A corona (per hobbisti), a V (per agricoltori professionisti). Guardate subito il nostro video sugli innesti per il limone.

Malattie e parassiti del limone

In piena terra fra le malattie fungine le più temibili sono il mal secco, e l’allupatura o marciume bruno che interessa il frutto. Tra gli insetti vanno controllati il tripide degli agrumi, la cocciniglia cotonosa-solcata, il cotonello, la cocciniglia mezzo grano di pepe e altri tipi di cocciniglie. Molto importanti sono poi le parassitosi da acari, come l’acaro delle meraviglie, l’acaro rugginoso e il ragnetto rosso.

In vaso i pericoli sono dati per lo più dalle cocciniglie e dal ragnetto rosso.

Limone in vaso: come coltivarlo

La coltivazione in vaso è possibile, con buona produzione; con portainnesto di scarso vigore (es. arancio trifogliato) e cv. sopra elencate. Contenitore ø min. 32 cm per pianta alta 70 cm, ideale ø 80 x h 80 cm per pianta alta 1,80 m. Scegliere un vaso più profondo che largo. Terriccio specifico per agrumi in vaso, oppure una parte di terra da giardino, una parte di sabbia e mezza parte di argilla. Buon drenaggio sul fondo del vaso.

Annaffiare regolarmente in primavera-estate per evitare afidi, ragnetto rosso, cocciniglie e fumaggine; in allegagione ridurre la quantità idrica ma sorvegliare giornalmente il fogliame che non deve appassire.

Proteggere in autunno in zone non miti. Attenzione agli aleurodidi in serra.

Se il limone non fa frutti

Per ottenere un’abbondante produzione di frutti, appena incominciano ad aprirsi i primissimi fiori bisogna sospendere l’irrigazione per 20-25 giorni in vaso, 30-40 giorni in piena terra, per provocare un leggero appassimento delle foglie e arrestare ogni processo di accrescimento. La pianta entra in una fase di dormienza e il lento ma contenuto indebolimento predispone a un’abbondante fioritura. È però necessario trovare il giusto equilibrio per evitare che la pianta soffra eccessivamente; va esaminata giornalmente, osservando, per esempio, nelle prime ore del mattino le foglie accartocciate in senso longitudinale: stringendole in mano non devono accartocciarsi, ma rimanere piegate.
Al termine del periodo si riprendono le irrigazioni con quantità di acqua regolarmente crescente.

Raccogliere e conservare i limoni

In base all’epoca di fioritura si raccolgono diversi tipi di frutti.Quella di marzo dà i marzani o malsani, in settembre-ottobre; di aprile-maggio i primofiore, tra settembre e aprile; di giugno-luglio gli jancuzzi o biancuzzi, tra aprile e maggio; di agosto-primi di settembre i verdelli, da giugno ad agosto; di fine settembre gli agostari, da agosto a settembre; di ottobre i bastardi, da settembre a ottobre.

Prelevare solo frutti maturi, con buccia di colore giallo. I frutti devono aver raggiunto il giusto punto di maturazione, che si ricava da: colore della buccia (che però può rimanere verde anche quando il contenuto in zuccheri e aromi ha già raggiunto il giusto livello per il consumo) e della polpa, ricchezza di succo (circa il 20% del frutto), colore del succo, contenuto in zuccheri e acidi, rapporto solidi/liquidi. Tagliare il picciolo con le forbici per non staccare la rosetta accelerando il deperimento.

Conservare in ambienti freschi, asciutti e bui, in cassette di legno in unico strato, per un tempo variabile e comunque non superiore ai 2 mesi.

Valore nutrizionale del limone

Il succo contiene vitamina C (43 mg/hg) che fortifica l’organismo, e minerali (potassio 140 mg, calcio 14 mg, fosforo, magnesio, zolfo, sodio, cloro, ferro, zinco, rame, manganese, iodio, silicio) che ripristinano l’equilibrio salino dell’organismo e combattono i reumatismi. Le calorie (6 Kcal) sono irrisorie.

Adatto ai diabetici perché il poco zucchero (1,4 g) che possiede è dato dall’innocuo fruttosio. Indicato in caso di acidità di stomaco e ulcera gastrica, perché gli acidi organici (malico e citrico) stimolano le secrezioni gastriche provocando una reazione alcalina che tampona l’acidità di stomaco e favorisce i processi digestivi.

L’acido citrico ne fa un potente astringente, battericida e disinfettante dell’apparato gastrointestinale (è anche vermifugo) e respiratorio, un eccellente diuretico e depurativo, uno stimolante di fegato e pancreas, e un buon ipotensivo.

Attenzione: l’acido citrico a lungo andare danneggia lo smalto dei denti.

Usare il limone in cucina

Il limone oggi è un ospite immancabile nelle nostre cucine: abbinato a piatti dolci e salati, sotto forma di succo o di scorzette dona un gradevole tocco acidulo alle pietanze.

Se intendete utilizzare anche la buccia è d’obbligo l’acquisto di limoni non trattati con conservanti o, ancora meglio, di produzione biologica, che vanno conservati in frigorifero per un breve periodo.

Fonte: https://passioneinverde.edagricole.it/scheda/limone-come-coltivarlo/

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